Benvenuti al Teatro della Posta Vecchia.
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28 DICEMBRE 2024

di e con
GIUSEPPE INNOCENTE
regia
IVANO PICCIALLO
musiche
ANGELO SICURELLA
produzione
MALMAND - IAC

Notte, studio d’artista. Un uomo chino su un tavolo disegna freneticamente, uno via l’altro i fogli scivolano sul pavimento, dal mare di carta che si crea intorno al tavolo emergono delle figure, facce storte occhi grandi e segnati. Sono ombre, presenze mute che accendono la fantasia dell’artista. Dal silenzio di quei personaggi nascono le storie che l’artista racconta e vive sul suo corpo come un gioco che si ripete ogni notte quando il mondo non gli basta più.

Note di regia
«Lo spettacolo è pensato come una performance estemporanea in cui l’attore immerso nel paesaggio sonoro, partendo dai suoi disegni inizia ad imbastire una narrazione creata sul momento, non lineare, esplosa, basata sulle storie raccolte ad Alicudi e che di esse ne conserva l’atmosfera onirica. Il palco così diventa isola in cui racconti, immagini e musica danno la possibilità al pubblico di affacciarsi su un mondo più largo dove finalmente tutto può essere».

Campo di ricerca
Donne che volano per andare a fare la spesa nei mercati di Palermo, pagliacci alti 3 metri che ti
aspettano la notte ad un incrocio; una pioggia di pietre che addosso diventano morbide come
spugne; tesori sognati la notte che si trasformano in cenere alle prime luci dell’alba, se nessuno
ha il coraggio di andarli a prendere. Sono alcuni dei racconti che si possono ascoltare dagli
abitanti dell'ultima, più piccola e remota delle Isole Eolie: Alicudi. La nascita di queste storie
contrariamente alle leggende non si perde nella notte dei tempi. Il loro sguardo quotidiano e
loro azioni continuano oggi ad essere influenzate da queste magnifiche presenze.
Da cinque anni, a più riprese, ho frequentato l’isola di Alicudi conducendo un’indagine
sull’origine e il significato di queste storie. Inizialmente il mio obbiettivo era di raccogliere
queste storie per pura curiosità, per il piacere dell’avventura, per desiderio di scoperta. Andando
avanti con le interviste gli abitanti iniziarono a raccontarmi eventi privati, visioni ultramondane
vissute in prima persona. É come se gli arcudari avessero un canale aperto con il proprio
inconscio collettivo e individuale, sviluppando così la capacità di proiettare all’esterno con vere e
proprie visioni tutto ciò che rimane inespresso nelle loro anime. Usando un termine preso in
prestito dalla psicologia junghiana, tutto ciò che si muove nella loro “ombra”. E di ombre sono
popolate le stradine, i sentieri e le campagne impervie di quest’isola. Gli uomini e le donne di
Alicudi vivono una sorta di realtà parallela, mostrandoci che non tutto ciò che ci circonda può
essere spiegato dal pensiero logico-razionale con cui siamo abituati a interpretare il mondo.