E’ un tuffo nella tragica, dura, realtà di tutti i giorni, quella che ci fa incontrare dietro l’angolo, scorgere sotto un ponte o per la strada, quel clochard che si trascina stancamente, con un carrello pieno di scatole e di sacchetti con dentro chissà che cosa. E’ un modo per ripensare ai rapporti con i propri figli, spesso gestiti con superficialità, pressapochismo, in nome di quello stress da arrivismo, da carriera o da quel voler a tutti i costi riuscire nella vita, accumulando successo, soldi, donne, titoli, ma trascurando proprio le cose più preziose: i propri affetti.