Ambientata in un paesino della Sicilia dove non succede mai niente tranne dei furti inesistenti che vengono puntualmente denunciati da un tipo strambo. È il 1992 anno della morte di Falcone e Borsellino uccisi perché stavano per scoprire la connivenza tra Stato e Mafia. Molto cambiò in Sicilia dopo la loro morte. I Siciliani non erano più disposti ad accettare la sopraffazione della mafia e cominciarono a ribellarsi. Il testo prende spunto dall’omonima canzone di Giorgio Faletti, vincitrice del Festival di Sanremo due anni dopo e che fece esclamare al papà di Antonio Grosso che era carabiniere «Un duro colpo sarà inferto alla mafia». In realtà da allora poco è cambiato a parte la ribellione degli isolani. Di Mafia si parla ancora ma non più formata da gente che non sapeva né leggere e né scrivere ma dei cosiddetti colletti bianchi che si sono insediati ovunque e che comandano sia in Italia che oltre confine. Una Sicilia vessata di cui sembra di sentire l’odore degli agrumeti e l’infrangersi delle onde sugli scogli. Una Sicilia che è terra di grandi scrittori, una Sicilia che viene raccontata con toni poetici, con il sorriso e che tutti noi siamo certi non si piegherà mai al volere dei più.