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edoardo de angelis

Recital in concerto

 
"Non ammazzate Anna"
è il titolo di una canzone, è ora il titolo di un nuovo album, ma è soprattutto un pensiero, il desiderio di celebrare la figura della Donna, in questo tempo in cui siamo ogni giorno colpiti da notizie di cronaca devastanti, e da statistiche, numeri, ai quali non vorremmo credere. Questa esigenza dello spirito si è rivelata nel corso dell’anno passato: ogni volta che mi preparavo a cantare Lella, la mia canzone più ricorrente e fortunata, avvertivo un fastidio, un disagio, per i contenuti della storia e per la cinica freddezza del protagonista. Tutti lo sanno, Lella è storia di pura fantasia, nata e cresciuta dalle mie giovanili letture di Pasolini e Gadda, ma ugualmente provavo resistenza ad accontentare il pubblico, che quasi sempre la richiede. Poi un fatto scatenante: una band romana, l’Orchestraccia, pubblica una versione di Lella legata a un video istituzionale contro la violenza sulle donne. Considero la loro scelta della mia canzone davvero inappropriata, e decido che da quel momento io non la canterò più. Rendo ufficiale questa decisione attraverso una video intervista con un giornalista dell’ ANSA, e poi con una lettera aperta che viene ripresa e pubblicata da buona parte della stampa nazionale. Sento inoltre la necessità di offrire un mio personale contributo di comunicazione alla indispensabile campagna di sensibilizzazione contro la violenza esercitata sulle donne. Nasce così l’idea di questo album. Richiamo alla memoria le molte canzoni che nel tempo ho dedicato all’amato universo femminile: alcune tra le mie preferite tra queste entrano nella raccolta. Una tra tutte simbolicamente le rappresenta: è, appunto, Non ammazzate Anna. Due di queste canzoni sono inedite, almeno per quanto mi riguarda, ed entrambe scritte da me con il contributo di Mariacristina Di Giuseppe: la prima è Io credo io penso io spero, su musica di MarcoTestoni, interpretata in prima versione da Antonella Ruggiero per il film Blackout; la seconda, Io sono l’amore, su musica di Franco Simone, per il provino di Sanremo di una giovanissima quanto brava cantante all’esordio, Enrica Arcuri. Così Antonella ed Enrica sono state le prime artiste ad accettare il mio invito a partecipare. A esse si sono aggiunte Lucilla Galeazzi e Annie Robert, per loro grazia ospiti ricorrenti dei miei dischi, Ileana Pozzi, straordinaria cantante di scuola romana, e i miei carissimi Neri Marcorè e Amedeo Minghi.

Non ammazzate Anna è un pensiero, l’offerta di un fiore.

Per questa ragione viaggia leggero, fatto d’aria di pianoforte,

di suono di parole, di sentimento di legni, pelli, metalli.

Niente altro, niente più che lo accompagni.

Il pensiero è d’amore, costante, fermo nel tempo, vale per sempre.” Edoardo De Angelis

Non ammazzate Anna non poteva essere un album "normale", non doveva avere, nella mia intenzione, ricchezza di suoni, di arrangiamenti, di stupefacenti effetti speciali; doveva obbedire al lato più asciutto, essenziale del mio carattere, e rispondere solamente all’esigenza di trasmettere il messaggio. L’ho pensato, e quindi costruito con due sole componenti sonore, a dare armonia e battito del tempo. Ho chiesto aiuto a due musicisti concreti, che insieme a me firmano il lavoro: Primiano Di Biase, pianoforte ispirato, versatile e pronto a ogni coraggiosa richiesta, e Marco Testoni, amico del mio più felice passato, pilastro della storica band dei favolosi ‘80/’90, compagno di musica e scorribande in più parti d’Europa, e oggi affermato solista, con i suoi affascinanti rumori di percussioni e caisa drum.

De Angelis è stato un ragazzo fortunato. I primi passi nella musica li ha mossi al Folkstudio di Via Garibaldi, a Roma, accanto ai grandi della musica popolare: Rosa Balistreri, Caterina Bueno, Giovanna Marini, Matteo Salvatore, Otello Profazio. Insieme agli altri "giovanissimi" del Folkstudio, De Gregori, Venditti, Gaetano, ha imparato la canzone d’autore ascoltando Tenco, De Andrè, Gaber, Endrigo, Jannacci. Quelle canzoni le cantava, prima per gli amici, poi, inviato speciale del Folkstudio, in un pub musicale londinese, per l’incuriosito pubblico di Soho.

Iniziavano gli anni ’70. Dopo il suo ritorno, molti di quei nomi, oltre a quelli di Bruno Lauzi, di Piero Ciampi, di Lucio Dalla, divennero volti, mani da stringere, nuovi amici, compagni di lavoro. Cresciuto con la musica e per la musica, De Angelis ha conosciuto e abbracciato molte anime belle. Le ricorda, oggi, cantando a modo suo le loro canzoni, semplicemente, con la sua voce e quella della sua chitarra: non sempre le più conosciute, ma soprattutto le più amate dai loro autori. Perle di una collana, passi leggeri di un percorso confidenziale, che ha lasciato, e continua a farlo, una traccia importante nella storia sociale e culturale del nostro Paese. In nome di questo riconoscimento, De Angelis mette da parte la sua attuale produzione musicale, il nuovo album Non Ammazzate Anna, e percorre le note e i sentimenti di altri, che hanno avuto la capacità e la forza di diventare di molti.

Per la stagione 2014/2015, in una serie di incontri speciali, Edoardo De Angelis racconta quelle canzoni, e gli artisti che le hanno create, al pubblico degli auditorium, dei teatri, dei club, dei circoli culturali, delle rassegne di musica e canzone d’autore, perché non si perdano, anzi vengano rinnovati, il segno, la memoria, la consuetudine del bello. Buona Musica