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IO E MICKYBO di Owen Mc Cafferty

Compagnia GANK

Regia di Jurij Ferrini

con Antonio Zavatteri
Alberto Giusta

La produzione che la compagnia GANK propone prende corpo da una manifestazione che il
Teatro Stabile di Genova promuove annualmente per sostenere la drammaturgia contemporanea.

Mojo Mickybo è infatti il titolo di una delle mise en espace che nel mese di maggio del 2002
furono presentate nel Piccolo Teatro della Corte di Genova, ottenendo un ottimo successo. In breve
nacque l’idea di compiere quel lavoro mettendo in scena uno spettacolo vero e proprio.

Abbiamo perciò deciso di co-produrre lo spettacolo con il Teatro di Genova, che ha avuto
l’indiscutibile merito di aver intuito per primo le potenzialità del testo del giovane e talentoso
drammaturgo irlandese Owen Mc Cafferty. Così lo spettacolo debutta nell’estate del 2003 al festival
di Borgioverezzi e viene poi portato in tournée nella stagione successiva.

Lo spettacolo

Il nucleo narrativo è molto semplice due bambini (Mojo e Mickybo) si incontrano nella Bel-
fast dei primi anni settanta e si trovano a vivere in due quartieri diversi: uno al di qua e uno al di là
del ponte sul fiume. Nasce tra loro una amicizia che si fonda sull’innocenza feroce dei bambini, le
bande, il cinema, i giochi al parco e nella capanna…e sullo sfondo il dramma degli adulti che loro
non capiscono, i rispettivi genitori, la donna pila (del cinema), l’autista dell’autobus che loro verrebbero prendere per andare in Bolivia…e così via. Il mondo narrato dai bambini con la loro allegria sfrenata e la loro instancabile voglia di conoscere attraverso un gioco teatrale geniale: i due attori interpretano tutti i ruoli ora visti dai bambini, ora dagli attori, ora dagli stessi bambini divenuti
ormai adulti; il tempo si ferma e procede nel futuro o nel passato attraverso un gesto, una parola e
allo stesso modo spostandosi nello spazio gli interpreti possono diventare diversi personaggi che
stanno contemporaneamente dialogando: in poche parole un vero prodigio virtuosistico che lascia
senza fiato gli spettatori fino all’epilogo amaro della scoperta di far parte di due fazioni opposte, i
cattolici e i protestanti. Divisi da un ponte che non si può più percorrere liberamente per ritrovarsi
ogni giorno. E di fronte all’impossibilità di tornare amici come prima.

La compagnia

La compagnia Gank nasce nel 2002 dalla collaborazione tra Alberto Giusta e Antonio Zavatteri che

dopo varie esperienze con il Teatro Stabile di Genova e dopo aver fondato la compagnia Progetto

U.R.T. insieme a Iurij Ferrini mettono in scena prima Otello e successivamente Amleto di W. Shakespeare. Spettacoli che oltre al debutto genovese al Teatro della Corte hanno avuto una vasta distribuzione in vari teatri italiani (Otello è stato replicato più di 100 volte). Nell’aprile del 2005 la
compagnia mette in scena, in collaborazione con il Teatro Stabile di Genova La Bisbetica Domata
di W. Shakespeare e in ottobre Glengarry Glen Ross di David Mamet entrambi con la regia di Al
berto Giusta.
I nostri successivi spettacoli prodotti nel corso di questi anni sono:



Eden di Eugene O’Brien, regia di Alberto Giusta, co-prodotto con il Teatro Stabile di Genova
Anfitrione di Molière, regia di Antonio Zavatteri
Per la rassegna Trend abbiamo messo in scena My Child di Mike Barlett, regia di A. Giusta
La Scelta del Mazziere di Patrick Marber
Polvere alla Polvere di Owen McCafferty, regia di Flavio Parenti, co-prodotto con il Teatro Stabile
di Genova
Il Misantropo di Molière, regia di Alberto Giusta.

La nostra prossima produzione sarà La Bottega del Caffè di Carlo Goldoni, regia di Antonio Zavatteri, realizzato in co-produzione con il Teatro Stabile di Genova e il Festival Teatrale di Borgio Ve-
rezzi


ESTRATTO DALLA RASSEGNA STAMPA DI Mojo Mickybo :

“Mojo Mickybo” è stata una scommessa vincente a partire dal testo di McCafferty…i due
interpreti, Antonio Zavatteri e Alberto Giusta, fanno vivere una moltitudine di adulti e lo
fanno in un gioco teatrale carico di allegria, innocente e feroce, ottimamente ritmato dalla
sobria regia di Ferrini.

Magda Poli dal Corriere della Sera del 19 luglio 2003

Con humour pungente, con estro sottile McCafferty costruisce un ideale rito di iniziazione
all’età adulta…. Il vibrante spettacolo ha debuttato al festival di Borgio Verezzi, dopo una
mise en espace al Teatro di Genova.

Renato Palazzi da Il Sole 24 Ore del 20 luglio 2003

Da qualunque parte si inizi, dal testo dell’irlandese Owen McCafferty o dalla prova di Alberto
Giusta e Antonio Zavatteri, lo spettacolo “Mojo Mickybo” non è da perdere.

Natascia Festa dal Corriere del Mezzogiorno del 22 novembre 2003

Uno spazio vuoto, un limitato uso delle luci, appena una piccola pedana e una sedia. Eppure i
due attori raccontano un mondo, fanno vivere una folla di personaggi, offrono un vivace
spaccato sociale, sullo sfondo di temi scottanti del nostro tempo.

Franco De Ciuceis da Il Mattino del 20 novembre 2003

…una galleria di personaggi che avviluppano la storia e ne cambiano la prospettiva,
spariscono, ritornano, ruotano attorno e dentro a questo testo magistralmente diretto da Jurij
Ferrini e mirabilmente interpretato da Alberto Giusta e Antonio Zavatteri.

Francesco Urbano dal Roma del 20 novembre 2003

Questo autentico teatro di parola riesce a creare un ritmo incalzante e inventa scene,
personaggi, cose con una contaminazione molto abile; che annoda il tragico col comico, toni
spietati con toni elegiaci, il teatro col cinema…

Clara Rubbi dal Corriere Mercantile

Che testo. Che testo, che testo. Si ride, si digrignano i denti e si sta anche zitti zitti.
“Troppo sghicio”, dicono i due bambini per indicare qualcosa di veramente divertente. E così
dice anche il mio vicino alla fine della serata e aggiunge: “…dovrebbero venire tutti a vedere
questo spettacolo”.


Laura Santini da Mentelocale del 7 novembre 2003

Uno spettacolo scarno e breve, ma intensissimo, supportato da un linguaggio innocentemente
volgare sparato a cento all’ora che arriva dritto al cuore, e vi si infilza.

Laura Bricchi da La Cronaca di Piacenza

Toccante l’interpretazione di Alberto Giusta e Antonio Zavatteri, che danno vita a tutti i
personaggi di questo bel testo, che fa sorridere, riflettere e commuove.

Paola Carmignani dal Giornale di Brescia del 22 agosto 2003